2 Luglio 2008. Eccomi qua, è passato un anno da quando mi sono laureta, eppure mi sembra una vita. Tante cose sono cambiate d’allora. Ho stravolto la mia vita drasticamente da un giorno all’altro, anche se spero di non averla danneggiata irrimediabilmente.
Alle volte mi viene da dire…”era meglio quando si stava peggio”, ma quella che pensa questo non è la vera Nenni, quell’eterna ragazza straottimista ed entusiasta della vita, quella che pensa in rosa, anzi in rosso, arancione, giallo, fucsia, azzurro…insomma a colori.
No, decisamente non è quella parte bellissima di me che pensa questo, ma è quella parte pessimista, ansiosa, stupida, sconsolata, sconfitta, delusa, stanca, esausta, troppo razionale e sopraffatta da emozioni negative che sembra non volersene andare dal mio corpo!
Alle volte provo a scrollarmela di dosso con auto percosse, buoni propositi e quel pizzico di autoironia che poco possiedo, ma in questo momento della mia vita è troppo pesante e occupa una parte troppo grande per andarsene. Sembra si sia insidiata dentro la mia anima, nella parte più intima e più nascosta del mio essere. Non mi rimane che pazientare e quando sarà il momento…darle un bel calcio nel culoooooo!!!
Oggi navigando in Internet mi è capitato di leggere un articolo dal titolo: 2008, quali sono le tue priorità?
Negli ultimi tempi ho trascurato un pò troppo la mia voce interiore. Forse mi sono lasciata assorbire più del dovuto dagli eventi o forse ho avuto la tendenza a preoccuparmi più degli altri che di me stessa. Sta di fatto che adesso sento di non poter più rimandare l'incontro con il mio io più profondo e prendere atto dei cambiamenti (probabilmente ancora inconsapevoli), che nel frattempo ha subito.
La mia priorità del 2008 sarà pertanto, il confronto con me stessa, con la vita come la sto vivendo oggi, con le mie vecchie aspettative e i miei nuovi valori. È giunto il momento di fare il punto della situazione, una presa di coscienza che è preludio di un profondo e salutare (si spera) rinnovamento.
Farò bene a liberarmi, uno alla volta, dei rami secchi, ovvero di idee, situazioni, scelte che hanno fatto il loro tempo e che non mi appartengono più. L'importante sarà riflettere anche sulle sconfitte che sento di aver subito, per capirle e soprattutto accettarle. Perché come scrive il giornalista nell'articolo: è proprio dalla comprensione e dall'accettazione del dolore che deriva la forza di rinnovarsi e dare il via a una nuova vita.
Spero tanto di riuscirci.