mercoledì 24 settembre 2008

LA PAURA NEL MIO CUORE

Cos’hai nel cuore?
Quali magie, incantesimi,
ti tengono legata, prigioniera
in un castello di paure,
illusioni, visioni, irrealtà?
Cosa sospinge la tua vita
nel baratro di una follia
effimera e senza speranze?
Perché neanche l’amore
riesce a farti uscire
da una vita priva di senso
senza gioia e senza amore?
Hai paura, amore mio,
paura di vivere, di amare,
paura di perderti
nell’estasi della felicità.
Hai paura di perdere
le tue certezze di cristallo
i tuoi sogni di cartapesta,
hai paura della fantastica
e stupenda bellezza
di una notte stellata,
della luccicante fantasia
che esplode nella natura
privata degli abissi oscuri
in cui è segregata.
Abbi coraggio, amore mio,
abbandonati al mio amore per te,
lasciati andare al tuo destino,
annientati, sperduta e felice,
nel mio incontenibile
e indistruttibile
sogno infinito.

lunedì 22 settembre 2008

SEMPLICEMENTE IO



Eccomi, sono qua, sono io, semplicemente io.
Tutte quelle emozioni, sentimenti, stati d’animo che ho descritto nei post precedenti, racchiudono tutta la mia essenza: il dolore, la solitudine, la paura, ma anche la fede, la consapevolezza, la pazienza, la dignità, l’autostima, l’orgoglio, la determinazione, la forza d’animo, l’amicizia, l’Amore. Sono tutti valori che ho dentro di me e che mai niente e nessuno riuscirà ad intaccare.
Manca all’appello solo un elemento: LA FAMIGLIA, la cosa più importante, quella che mi dà la spinta, la carica per andare avanti.
Loro sono la mia forza, la mia consapevolezza, il mio amore, la famiglia è tutto per me. È qui che sono cresciuta, fisicamente e spiritualmente, dove ho imparato ad amare, ad essere forte come un leone, furba come una volpe e mite come una colomba. È in essa che ho trovato e trovo tuttora riparo e conforto nei momenti difficili.
Sono il mio punto fermo e la mia sicurezza in mezzo al mare delle mie emozioni e insicurezze. E per il mio futuro non sogno altro che una famiglia proprio come la mia.
E pensare che dipenderà tutto da me, da come saprò essere generosa e da come e quanto saprò amare.

Ogni persona avverte il desiderio di amare e di essere amata. Io sopra ogni altra cosa. Credo che l’amore sia il sentimento più forte di tutta l’esistenza umana ed io non posso farne a meno, non potrei vivere senza, ne ho bisogno, eppure quant’è difficile amare, quanti errori e fallimenti devono registrarsi nell’amore? C’è persino chi arriva a dubitare che l’amore sia possibile. No, questo non deve accadere!
In questo caso, la vera fune per risalire e rialzarsi è solo quel guardare avanti…la fune si chiama speranza. È proprio la speranza che non ci rassegna al grigio incolore di una storia che ci scorre davanti, a un futuro che da qualche parte, un giorno, qualcuno ci regalerà.
Il futuro passa attraverso questo presente e ci impegna fin da ora a cercare tutte le strade per fare della nostra vita, una vita felice, piena ,intensa e coraggiosa.

Si, questa sono io, semplicemente io. Con i miei pregi e i miei difetti, magari a volte disorientata e spaventata dal fluire continuo degli avvenimenti ai quali non sempre riesco a dare una risposta immediata, ma pur sempre consapevole di quelli che sono i miei principi, valori e ideali che mi guidano e aiutano a comprendere quali sono le vere cose che contano nella vita, nella MIA vita e ciò in cui io credo.



LA VITA
di Madre Teresa di Calcutta

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

lunedì 8 settembre 2008

LEZIONE N.8 CHE COSA SONO L'AMORE, L'ANIMA GEMELLA, IL DESTINO E LA PASSIONE

AMORE
L'Amore
è un sentimento intenso, totalizzante e tendenzialmente esclusivo rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale.
Quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo (struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica), questo viene definito Amore Romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici.

L’Amore non ha una definizione, non può averla: l'amore è semplicemente quella sensazione che può mettere in stato di grazia una persona e renderla l'essere più felice del mondo. L'amore è l'amore, e se non lo si prova non si può capire, poiché non lo si può spiegare a parole; d'altra parte se lo si prova diventa difficile farne a meno e accontentarsi d'altro.

Pur essendoci dei caratteri comuni, la maggior parte delle reazioni o delle pulsioni amorose sono soggettive e variano da individuo a individuo; tuttavia ci sarebbero, secondo la maggior parte degli psicologi e degli scienziati tre fasi principali nell'amore fra esseri umani: infatuazione o (Innamoramento), attrazione e attaccamento, composte da vari elementi e stadi.

Generalmente, l'amore comincia nella fase dell'"infatuazione", forte nella passione ma debole negli altri elementi. Il primo sprone di questa fase sarebbe l'istinto sessuale. L'aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne. In questa fase l’amore è puramente materiale.

Con il passare del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione fisica può diminuire d'importanza, mantenendo però quell'equilibrio alla base della relazione. In questa fase, detta "attrazione", si giudica il partner al di là di come appare, si valutano diversi fattori come la sua cultura, i suoi valori. In questa fase, quindi, si apprezza il/la compagno/a nella sua pura interiorità.

Nella fase dell'"attaccamento", la persona si concentra sul singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Ormai si apprezza il/la compagno/a in sé e per sé, in modo pieno e totale, forti delle due fasi precedenti ma ora consapevoli di tutto il proprio percorso interiore. Ora non si amano più caratteristiche determinate, siano esse materiali o spirituali, ma l’uomo/la donna in quanto tali.

L'amore e la paura di perdere la persona o la cosa amata, accompagnano spesso un sentimento di protezione e/o gelosia verso l'oggetto di tale sentimento. In taluni casi l'amore assume aspetti patologici, quando è la causa che impedisce la conduzione di una vita normale o l'elemento scatenante di un attaccamento morboso.

VERO AMORE
Nel linguaggio comune, l'espressione VERO AMORE si riferisce all'amore incondizionato, assoluto, disinteressato, tradizionalmente immaginato come l'unico nella vita di una persona, destinato ad essere eterno o comunque a superare per intensità e durata tutti gli altri.

L'espressione può essere adottata per distinguere l'amore profondo da altri sentimenti amorosi, quali innamoramento, infatuazione, attrazione sessuale. L'opinione corrente immagina il vero amore come irresistibile e disinteressato, tale da spingere l'amante fino a sacrificare sé stesso (la propria felicità, i propri averi, la propria salute, la propria vita e via dicendo) per l'amato. Nella cultura occidentale, il concetto più direttamente correlato al vero amore è quello di matrimonio, soprattutto inteso come legame eterno.

ANIMA GEMELLA
L'anima gemella è una leggenda simultaneamente legata a quella del destino. Entrambe infatti, si basano sulla concezione che la vita sia già predestinata. La credenza dell'esistenza dell'anima gemella, in particolare, insegna come esista un'unica persona con la quale si è destinati a stare. Da qui, il legame con il destino.

Nella mitologia greca, si racconta delle Parche, tre donne che avevano il compito di tessere le vite delle persone.
Una famosa metafora dell'anima gemella è quella che la paragona a due perfette metà di mela che si congiungono "l'altra metà della mela".

DESTINO
Con destino o fato ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali che di singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo.

PASSIONE
Passione deriva dal termine latino patior, che significa soffrire, provare o patire. In altre parole, si tratta di un insieme di condizioni caratteristiche di un atteggiamento passivo dell'individuo, per opposizione agli stati di si è attivamente la causa. Tale senso del termine è rimasto ed un nuovo significato ne è derivato: la parola passione è adoperata difatti, oggigiorno anche per riferisi ad un'emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, come nell'espressione "avere una passione per qualche cosa". La passione amorosa è il paradosso che vede la ragione scontrarsi con il desiderio dell'altro. Il bisogno della presenza è così forte da trasformarsi in assenza, questo proprio perché la sensazione che soggiace al sentimento passionale è il pensare di non conoscere mai abbastanza l'oggetto dei propri desideri. L'oggetto/soggetto passione è indecifrabile e mai conoscibile fino in fondo. Se si tratta di una persona spesso si pensa: " i suoi occhi mi dicono tutto ma non arrivo mai alla soluzione", "lo sento". Un enigma, un mistero che mai finirà. La passione è una "stregoneria" da cui non si può fuggire. La passione è qualcosa che si subisce ma per quanto razionalizzata è impossibile sfuggirvi. Il classico finale è la morte per delitto passionale, come ultimo ricongiungimento di due soggetti che mai fino in fondo hanno potuto fondersi, se non attraverso la dolce morte.
LA PASSIONE È AMORE.

venerdì 5 settembre 2008

LEZIONE N.7 CHE COS'E' L'AMICIZIA

« Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità »
(Madre Teresa di Calcutta)

Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
(R.W.Emerson)

Con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso, ma anche tra esseri umani ed esseri appartenenti al mondo degli animali. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte.

In genere, si distinguono diversi gradi di amicizia, dall'amicizia causale legata a una simpatia che emerge fortuitamente in una certa circostanza magari in modo temporaneo, all'amicizia cosiddetta intima, ovvero associata a un rapporto continuativo nel tempo fra persone che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia.
L'amicizia è stata considerata in ogni epoca una delle esperienze umane fondamentali, ed è stata santificata da tutte le religioni.

L'AMICIZIA NELLO SVILUPPO DELL'INDIVIDUO
Nel divenire dello sviluppo dell'emotività individuale, le amicizie vengono dopo il rapporto con i genitori e prima dei legami di coppia che si stabiliscono alla soglia della maturità. Nel periodo che intercorre fra la fine dell'infanzia e l'inizio dell'età adulta, gli amici sono spesso la componente più importante della vita emotiva dell'adolescente, e spesso raggiungono un livello di intensità mai più eguagliato in seguito. Queste amicizie si stabiliscono il più delle volte, ma non necessariamente, con individui dello stesso sesso ed età.
Le prime forme d'amicizia si possono avere anche nei primi anni di vita quando i bambini condividono gli stessi giochi e le stesse esperienze ludiche e di crescita, ma le amicizie che sono destinate a durare più a lungo e a rimanere impresse nella memoria di ogni bambino, sono quelle che nascono tra i banchi di scuola.

Non c’è nient’altro da dire se non che, sotto questo punto di vista, mi ritengo una delle ragazze più fortunate del mondo!!!





giovedì 4 settembre 2008

LEZIONE N.6 CHE COSA SONO LA FORZA D'ANIMO, L'ORGOGLIO, L'AUTOSTIMA E LA DIGNITA'

FORZA D’ANIMO
Oggi la si chiama “resilienza”, una volta la si chiamava “forza d’animo”, Platone la nominava “tymoidès” ed indicava la sua sede nel cuore.

È quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un’altra ci si sente a casa.

La forza d'animo (o resilienza) è una risorsa di importanza vitale. Consente di superare le delusioni, le sconfitte, lo stress, i lutti, i dolori e di continuare, fortificati, il cammino dell'esistenza.
La vita riserva a tutti momenti difficili, passaggi impervi e propri traumi, la cui gravità varia anche in funzione della nostra capacità di reagire. Ma è una dote naturale o può essere appresa?

Se infatti è vero che la naturale tendenza ad affrontare e superare gli ostacoli è inscritta nel codice genetico di ciascuno di noi e dipende almeno in parte dal temperamento, è certo che un ambiente affettivo solido e ospitale, nella prima infanzia, ci offre quella serenità in cui possono fiorire l'autostima, la fiducia, la curiosità, la fantasia, la disponibilità a imparare dagli errori, la voglia di guardare avanti. Tutte risorse che, una volta interiorizzate, ci permetteranno di adattarci con più flessibilità alle circostanze via via diverse cui andremo incontro. D'altra parte, nulla è perduto o acquistato per sempre e ciascuno di noi, a prescindere dal passato, può imparare a rafforzare le proprie difese, ad affrontare le strategie di comportamento, a vivere i momenti di crisi come occasioni di cambiamento e di maturazione. La forza d'animo è una qualità fondamentale e complessa, in cui giocano in delicato equilibrio molti fattori. Conoscerli è il primo passo per poi saperli attivare nella maniera più sana e più efficace quando sarà necessario.

La forza d’animo, ci fa sentire a casa, presso di noi. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli “altrove” della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perche’ altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no.

Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e cosi’ l’animo si indebolisce, si ripiega su se stesso nell’inutile fatica di compiacere gli altri.
Alla fine l’anima si ammala, perche’ la malattia, lo sappiamo tutti, e’ una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita.

BISOGNA ESSERE SE STESSI, ASSOLUTAMENTE SE STESSI. QUESTA E’ LA FORZA D’ANIMO.
Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra. Che e’ poi, cio’ che di noi stessi rifiutiamo. Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo “punti nel vivo” . Perche’ l’ombra è viva e vuole essere accolta. Accolta, l’ombra cede la sua forza. Cessa la guerra tra noi e noi stessi Ed è la pace cosi’ raggiunta a darci la forza d’animo e la capacita’ di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga. “Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte”, scrive Nietzsche.
Ma allora bisogna attraversare le terre seminate di dolore. Quello proprio, quello altrui. Perche’ il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicita’. Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurita’ dello sguardo che non vede vie d’uscita.


RESILIENZA
In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.


ORGOGLIO
Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito all'incapacità di ricevere umiliazioni e alla gratificazione conseguente all'affermazione di sé, o di una persona, un evento, un oggetto o un gruppo con cui ci si identifica.
Un'espressione comune, sinonimo di orgoglio, è "avere un'alta opinione di sé".


AUTOSTIMA
L'autostima è l'azione di valutare sé stessi come insieme di determinate caratteristiche, nonché il giudizio risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle di altri soggetti. L'autostima è il rapporto tra come siamo e come invece vorremmo essere.


DIGNITA’
Con il termine dignità, si usa riferirsi al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione.

Per i modi della sua formazione e le sue caratteristiche intrinseche, questo sentimento si avvicina a quello di autostima, ovvero di considerazione di sé, delle proprie capacità e della propria identità. Pertanto il concetto di dignità dipende anche dal percorso che ciascuno sceglie di compiere, sviluppando il proprio "io".

Con il termine dignità umana si usa riferirsi al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo (com’è, per esempio, un prezzo), ma intrinseco.

martedì 2 settembre 2008

LEZIONE N. 5 - CHE COSA SONO LA PAZIENZA E LA CONSAPEVOLEZZA?

Nel Vangelo di Luca si legge: “NELLA PAZIENZA, POSSIEDERAI IL TUO CUORE". La parola greca per pazienza ha anche il significato di costanza, perseveranza. È una parola forte.

La pazienza è la capacità di vedere, sentire, toccare, assaporare e odorare il più pienamente possibile gli eventi interiori ed esteriori della nostra vita. È entrare nella nostra vita con occhi, orecchie e mani aperte in modo da conoscere veramente quello che accade. La pazienza è una disciplina assai difficile proprio perché è un movimento opposto al nostro impulso irriflessivo a fuggire o a combattere. La pazienza ci chiede di andare al di là della scelta tra fuggire e lottare. È la terza via ed è la più difficile. Richiede disciplina perché va contro la tendenza dei nostri impulsi.

La pazienza comporta lo stare con, il vivere interamente, l’ascoltare attentamente ciò che si presenta qui e ora. L’affinità tra la descrizione di cos’è la vera pazienza e la definizione di presenza mentale, o sati, nel Dharma, è molto forte, tanto che potremmo unire i linguaggi e parlare di consapevolezza paziente, così come si parla di consapevolezza non giudicante, di consapevolezza equanime, di consapevolezza affettuosa.
La pazienza, l’equanimità, la sollecitudine, l’attitudine non giudicante sono intrinseche alla consapevolezza.

LA CONSAPEVOLEZZA è la capacità di entrare in intimità con le cose, ma secondo un atteggiamento di non attaccamento e di non identificazione. Quindi con sollecitudine ed equanimità. Dal punto di vista dell’io è una contraddizione, è assolutamente incomprensibile, ma questa è per definizione la struttura stessa della consapevolezza.

In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.

Il concetto di consapevolezza è relativo. Un animale può essere parzialmente consapevole, oppure può essere consapevole a livello subconscio o anche profondamente consapevole di qualcosa. La consapevolezza può essere individuata in uno stato interno, quale ad esempio una sensazione viscerale o la percezione sensoriale di eventi esterni.
La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).
La consapevolezza non è qualcosa che ci si sforza di raggiungere. E’ un processo che si deve vivere, un processo evolutivo in costante cambiamento, che fluttua istante per istante.

Va da sé che sviluppare vera consapevolezza richiede un addestramento di immensa pazienza e un graduale affinamento della capacità di comprendere, di vedere in profondità.
Facciamo un esempio. Supponiamo di essere tristi, che la tristezza sia il nostro stato emotivo predominante. Cosa facciamo di solito? Spesso, anche se non necessariamente, ci perdiamo nella tristezza e ci identifichiamo con essa. Finiamo così per accrescere la forza e il potere della tristezza. Ed è la nostra reazione abituale. L’abitudine a reagire in un certo modo crea profondi solchi dai quali diventa poi difficile uscire. In aggiunta all’abitudine, si ha la tendenza a investire un’enorme quantità di energia nel desiderio di liberarsi dello stato mentale spiacevole, per esempio la tristezza. Certe volte ne siamo liberi, ma la nostra tendenza è allora di indulgere nella tristezza, non solo NON ce ne vogliamo liberare, ma ne vogliamo addirittura di più: pensare, giudicare, reagire per trovare come liberarsi di questa emozione spiacevole.
Il problema non è la tristezza, ma il desiderio di liberarcene, perché questo desiderio è un’energia che ci separa dallo sperimentare in modo diretto la verità della tristezza. Essendo tormentati dal desiderio di liberarci da ciò che è spiacevole, anziché aprirci alla tristezza ci chiudiamo. Restiamo così intrappolati nel nostro concetto di tristezza e nella nostra reazione a questo concetto, ma non facciamo un’esperienza viva della tristezza. Solo se decidiamo di fare questa esperienza reale il nostro rapporto con la tristezza cambierà, come cambierà la qualità stessa della tristezza.
Come sarebbe una risposta sveglia, consapevole e paziente alla tristezza o ad altri stati mentali? Prima di tutto si tratta di investire moltissima energia nella consapevolezza stessa, una consapevolezza immediata di cosa sta accadendo. Se lo facciamo, cominciamo a risvegliarci, iniziamo ad avere una percezione diretta, che è cosa ovviamente molto diversa dalla reattività o dalla rimozione. È un punto di svolta e la chiave è un interesse sempre più forte a rivolgersi alla consapevolezza, un interesse diventato quasi un istinto a scegliere la consapevolezza.

In conclusione, abbiamo detto che il desiderio di disfarsi di uno stato negativo è problematico perché è un’energia che distoglie dallo sperimentare in modo diretto ciò che è presente, ma abbiamo anche aggiunto che è un impulso comprensibile. Perché? Perché volersi liberare di uno stato mentale negativo è anche un’espressione dell’UNIVERSALE ASPIRAZIONE ALLA FELICITA'. Ma tale espressione è distorta e, come possiamo verificare continuamente, non porta alla felicità.
È importante non essere giudicanti nei confronti dei nostri attaccamenti, delle nostre avversioni dolorose e di quelle degli altri, perché sotto questi attaccamenti e avversioni c’è il nostro legittimo desiderio di felicità.

Preso da: LA CONSAPEVOLEZZA PAZIENTE di Corrado Pensa