venerdì 12 dicembre 2008

QUESTE FOTTUTISSIME POSSIBILITA'

Quante persone si possono conoscere in un giorno, in un mese o addirittura in un anno.
Ve lo siete mai chiesti? è una domanda che mi faccio spesso in questo periodo perché ne sto conoscendo veramente tante e provengono da ogni parte del mondo.
Basta essere un pò, non dico tanto, ma un pò open minded e ti si apre tutto un mondo.
Un mondo fatto di persone, di situazioni, di conoscenze, di amicizie.
Ad esempio sabato sera mi sono trovata in un locale a parlare di lavoro, della vita in generale e di altre cose con tre ragazze inglesi simpaticissime, domenica ero in autobus per Camden Town e scendendo ho iniziato a parlare con dei ragazzi italiani che mi hanno chiesto se volevo unirmi a loro e ho pensato tra me e me “Why not?” e così ho fatto. Ho trascorso un pomeriggio bellissimo ci siamo scambiati il numero di cellulare per uscire altre volte insieme. Questi sono solo due esempi, ma ne potrei raccontare molti altri, ed è così che si fa perché se non ti muovi resti solo, nessuno viene a elemosinare la tua compagnia.
La vera differenza nel vivere in un paesino e vivere in una città come Londra è data dalle migliaia di opportunità in più che ti offre quest’ultima, ti fa capire che il mondo è fatto di tante fottutissime possibilità. Bisogna solo saperle cogliere e non stare a guardare mentre passano.
C’è poi anche l’altra faccia della medaglia, ovvero, in una città come questa è molto più facile sentirsi soli o comunque instaurare dei rapporti di amicizia superficiali, d’interesse, anche se non sempre è così ma, sinceramente, in questo momento cerco di lasciare molto poco spazio ai lati negativi e molto più spazio a quelli positivi e a queste fottutissime possibilità. Del resto non ci devo stare una vita, ma solo due mesi e gli devo sfruttare al meglio.
Le mie amicizie, quelle vere e la famiglia io le ho già e sono a casa mia, nella mia amatissima terra e non ho bisogno di andarle a cercare altrove. Tutto quello che arriva e arriverà (ancora per poco) da questa esperienza sarà tutto di guadagnato.



E tanti altri ancora...

giovedì 11 dicembre 2008

TU CHE CONOSCI IL CIELO

Tu che conosci il cielo
saluta Dio per me
e digli che sto bene
considerando che
che non conosco il cielo
però conosco te
mi va di ringraziare
puoi farlo tu per me?
che intanto sono in viaggio
digli pure che io sono in
viaggio
non lo so dove vado ma viaggio
e gli porterò i miei souvenir
tutti quanti i miei souvenir
tu che conosci il cielo
e poi conosci me
le sai le mie paure
mi sa che sai il perché
che non conosco il cielo
farò come potrò
starò con la gente
per stare solo un po'
facendolo il mio viaggio
cerco il pomeriggio di maggio
non lo so come vado ma viaggio
e gli porterò tutti quanti i miei souvenir

martedì 9 dicembre 2008

MORATORIUM

Non mi sono mai sentita così a casa lontana dalle responsabilità
non sono mai stata così noncurante sotto ogni punto di vista
non ho mai provato questa insofferenza per le relazioni occasionali
il lasciarmi andare e accogliere dio in modi che non avevo mai immaginato

proclamo una moratoria delle relazioni
chiedo una tregua dalle fatiche del rapporto di coppia
ho bisogno di una boccata d’aria dai profumi del coinvolgimento emotivo
mi chiamo fuori da tutto ciò che è impegno

non ho mai allentato la presa in questo modo
non mi sono mai sentita così a mio agio da sola,
come se fossi il ritratto dell’autonomia

ah respirare...
smettere di guardare al di fuori
smettere di cercare negli angoli delle stanze
non fa per me, non ora
non ho mai sperimentato la libertà dal groviglio dei miei pensieri
ora comincio daccapo, stavolta vivendo davvero nella mia pelle

giovedì 4 dicembre 2008

A.A.A.

SVENDITA TOTALE
PER CESSATA ATTIVITA'

lunedì 1 dicembre 2008

QUEL DONO CHE E' LA VITA!

Sto provando delle sensazioni che mai avrei pensato di provare. Emozioni forti, che ti toccano nel profondo dell’anima, non so come spiegarlo è strano è dannatamente strano ma è favoloso. Sono delle emozioni che mai niente e nessuno potrà togliermi e resteranno per sempre dentro di me. Non sto parlando esclusivamente di stati d’animo positivi, ma di tutta una serie di “feelings” che vanno dalla libertà, l’entusiasmo, la curiosità, alla solitudine, alla riflessione.
Ogni giorno scoprire un pezzettino di te stesso, questo secondo me è il dono che la vita ci dà, guardarsi dentro, ma non troppo per non rischiare di rimanere intrappolato nel turbinio delle proprie paure, chiedersi sempre il perché delle cose, ma senza essere ridondante per non rischiare di sprofondare nella paranoia e poi, quando si è pronti, aprirsi, aprirsi al mondo e prendere quanto di più bello ci può offrire, ovvero...la vita!!!



giovedì 27 novembre 2008

DITE LORO DI PORTARSI DEI CONTANTI

“Questo futuro che sta rotolandoci addosso paralizza portafogli e
cervello.
quelle creature superiori
dello spazio
non arriveranno mai troppo presto
per me.
dite loro di portarsi dei contanti.”

(Charles Bukowski)

martedì 25 novembre 2008

STRANI INCONTRI IN METROPOLITANA



Questi sono gli incontri che si possono fare in metropolitana a Londra. Persone che passano il loro tempo a scaccolarsi, non curanti del mondo che gli circonda!!! Questa è solo un istantanea, ma io ho assistito alla scena in diretta e vi giuro che è stato mezz'ora con le dita platealmente dentro il suo cazzo di naso. Incredibile, pensate che quando ho scattato questa foto aveva quasi terminato la sua operazione, prima aveva fatto di meglio. Credetemi!!!

lunedì 17 novembre 2008

UN ALTRO CIELO DENTRO

“Quando sei nato qui e te ne vai lontano, gli altri cieli sembrano tutti miseri, falsi, come quelli che si vedono dipinti nei teatri”
(Almudena Grandes)

Ma il cielo che mi ha visto nascere è dentro di me: blu, abbagliante di sole. Se chiudo gli occhi lo vedo, lo sento; anche quando mi circondano nuvole basse, che ricamano pazienti, giorno dopo giorno, tutte le sfumature del grigio. E’ bello avere un altro cielo dentro.

venerdì 7 novembre 2008

UNA CHIACCHIERATA A FINE GIORNATA!

Sono due settimane che sono a Londra e ieri mi è successa una cosa curiosa che per la prima volta mi ha fatto sentire un pò, come dire...più a casa.
Dopo una faticosa giornata passata a studiare e a girovagare per la città in cerca di cose nuove, vado da Sainsbury a fare la mia solita ed immancabile spesa quotidiana, uscita di lì prendo l'autobus (di quelli carini rossi) che mi porta fino a casa. Scendendo mi volto verso l'autista che sorridendomi a 36000 denti mi saluta affettuosamente (e per un inglese è veramente cosa rara).
Una volta davanti al cancello del mio palazzo trovo il cancello chiuso, così suono al signore della reception dicendogli di aprirmi. Passo davanti alla reception e il signore vedendomi mi lancia un gran saluto dicendomi "Oh ma è lei signorina" e poi mi inizia a parlare di lui e a far domande su quello che faccio io ecc, ovviamente tutto questo in inglese.
Al ché salendo le scale inizio a sorridere e a sentirmi un pò parte di questa città.
Può sembrare stupido ma non lo è. Quando si vive in un paesino si tendono a banalizzare certe cose e a ritenerle scontate quando invece non lo sono affatto: un saluto, un sorriso una chicchierata a fine giornata. Ah!Che bello!
Ciao San Silvestro

lunedì 20 ottobre 2008

DOLCE MALINCONIA

“Sempre ritorni tu, malinconia
dolcezza del cuore solitario.
Muore avvampando una giornata d’oro”.
(Georg Trakl)

venerdì 17 ottobre 2008

ABISSI E POZZANGHERE

“La sua idea che un abisso si possa superare con un salto come una pozzanghera”
(Angeles Mastretta)

Saltare. Attraversare. Chiudere gli occhi e buttarsi, senza guardare giù, giù c’è il buio, c’è la paura di avere paura. Chiudere gli occhi e decidere di provarci, anche perché stare fermi è una condanna: l’audacia è quella di crederci, il coraggio racchiude la magia.
Chiudi gli occhi, prova.
(Lisa Corva)

mercoledì 15 ottobre 2008

WHY?!

lunedì 13 ottobre 2008

LA VITA E' UN DONO

Nessuno viene al mondo per sua scelta, non è questione di buona volontà
Non per meriti si nasce e non per colpa, non è un peccato che poi si sconterà
Combatte ognuno come ne è capace
Chi cerca nel suo cuore non si sbaglia
Hai voglia a dire che si vuole pace, noi stessi siamo il campo di battaglia
La vita è un dono legato a un respiro
Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo
Ogni emozione che ancora ci sorprende, l'amore sempre diverso che la ragione non comprende
Il bene che colpisce come il male, persino quello che fa più soffrire
E' un dono che si deve accettare, condividere poi restituire
Tutto ciò che vale veramente che toglie il sonno e dà felicità
Si impara presto che non costa niente, non si può vendere né mai si comprerà
E se faremo un giorno l'inventario sapremo che per noi non c'è mai fine
Siamo l' immenso ma pure il suo contrario, il vizio assurdo e l'ideale più sublime
La vita è un dono legato a un respiro
Dovrebbe ringraziare chi si sente vivo
Ogni emozione, ogni cosa è grazia, l'amore sempre diverso che in tutto l'universo spazia
e dopo un viaggio che sembra senza senso arriva fino a noi
L' amore che anche questa sera, dopo una vita intera, è con me, credimi, è con me.


martedì 7 ottobre 2008

L'ECCEZIONE

Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita considerevole,
ma l'eccezione alla regola

insidia la norma.

Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita considerevole,
privarsi dell'anima comporterebbe

una lauta ricompensa.

sabato 4 ottobre 2008

UNA SERATA PARTICOLARE - 8 MARZO 2006



Juso...Questo è per te!!!

venerdì 3 ottobre 2008

RICORDI DI UN'ESTATE GIA' FINITA

Oh noooo, siamo già al 3 Ottobre e io non me ne sono accorta. Com'è potuto succedere? Dov'è andata a finire l'estate? Ho solo sentito il suo odore, ma non l'ho neppure toccata. CAVOLOOO!
Bhè rifacciamoci almeno con un parziale album fotografico (non potevo metterle tutte erano quasi 600) del mitico viaggio in Andalusia in macchina intrapreso con la Juso e la mia ormai ex coinquilina Fede!!!

Le tappe:
  1. ALICANTE
  2. MALAGA/TORREMOLINOS
  3. GRANADA
  4. ALICANTE
Meglio non andare oltre e omettere tutti i dettagli della vacanza, altrimenti dovrei parlare di macchine sfasciate, fanali rotti, paletti invisibili e soprattutto di motociclisti investiti!!!!



GRAZIE RAGAZZEEEEEEEEEEEEEEE

mercoledì 24 settembre 2008

LA PAURA NEL MIO CUORE

Cos’hai nel cuore?
Quali magie, incantesimi,
ti tengono legata, prigioniera
in un castello di paure,
illusioni, visioni, irrealtà?
Cosa sospinge la tua vita
nel baratro di una follia
effimera e senza speranze?
Perché neanche l’amore
riesce a farti uscire
da una vita priva di senso
senza gioia e senza amore?
Hai paura, amore mio,
paura di vivere, di amare,
paura di perderti
nell’estasi della felicità.
Hai paura di perdere
le tue certezze di cristallo
i tuoi sogni di cartapesta,
hai paura della fantastica
e stupenda bellezza
di una notte stellata,
della luccicante fantasia
che esplode nella natura
privata degli abissi oscuri
in cui è segregata.
Abbi coraggio, amore mio,
abbandonati al mio amore per te,
lasciati andare al tuo destino,
annientati, sperduta e felice,
nel mio incontenibile
e indistruttibile
sogno infinito.

lunedì 22 settembre 2008

SEMPLICEMENTE IO



Eccomi, sono qua, sono io, semplicemente io.
Tutte quelle emozioni, sentimenti, stati d’animo che ho descritto nei post precedenti, racchiudono tutta la mia essenza: il dolore, la solitudine, la paura, ma anche la fede, la consapevolezza, la pazienza, la dignità, l’autostima, l’orgoglio, la determinazione, la forza d’animo, l’amicizia, l’Amore. Sono tutti valori che ho dentro di me e che mai niente e nessuno riuscirà ad intaccare.
Manca all’appello solo un elemento: LA FAMIGLIA, la cosa più importante, quella che mi dà la spinta, la carica per andare avanti.
Loro sono la mia forza, la mia consapevolezza, il mio amore, la famiglia è tutto per me. È qui che sono cresciuta, fisicamente e spiritualmente, dove ho imparato ad amare, ad essere forte come un leone, furba come una volpe e mite come una colomba. È in essa che ho trovato e trovo tuttora riparo e conforto nei momenti difficili.
Sono il mio punto fermo e la mia sicurezza in mezzo al mare delle mie emozioni e insicurezze. E per il mio futuro non sogno altro che una famiglia proprio come la mia.
E pensare che dipenderà tutto da me, da come saprò essere generosa e da come e quanto saprò amare.

Ogni persona avverte il desiderio di amare e di essere amata. Io sopra ogni altra cosa. Credo che l’amore sia il sentimento più forte di tutta l’esistenza umana ed io non posso farne a meno, non potrei vivere senza, ne ho bisogno, eppure quant’è difficile amare, quanti errori e fallimenti devono registrarsi nell’amore? C’è persino chi arriva a dubitare che l’amore sia possibile. No, questo non deve accadere!
In questo caso, la vera fune per risalire e rialzarsi è solo quel guardare avanti…la fune si chiama speranza. È proprio la speranza che non ci rassegna al grigio incolore di una storia che ci scorre davanti, a un futuro che da qualche parte, un giorno, qualcuno ci regalerà.
Il futuro passa attraverso questo presente e ci impegna fin da ora a cercare tutte le strade per fare della nostra vita, una vita felice, piena ,intensa e coraggiosa.

Si, questa sono io, semplicemente io. Con i miei pregi e i miei difetti, magari a volte disorientata e spaventata dal fluire continuo degli avvenimenti ai quali non sempre riesco a dare una risposta immediata, ma pur sempre consapevole di quelli che sono i miei principi, valori e ideali che mi guidano e aiutano a comprendere quali sono le vere cose che contano nella vita, nella MIA vita e ciò in cui io credo.



LA VITA
di Madre Teresa di Calcutta

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

lunedì 8 settembre 2008

LEZIONE N.8 CHE COSA SONO L'AMORE, L'ANIMA GEMELLA, IL DESTINO E LA PASSIONE

AMORE
L'Amore
è un sentimento intenso, totalizzante e tendenzialmente esclusivo rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale.
Quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo (struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica), questo viene definito Amore Romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici.

L’Amore non ha una definizione, non può averla: l'amore è semplicemente quella sensazione che può mettere in stato di grazia una persona e renderla l'essere più felice del mondo. L'amore è l'amore, e se non lo si prova non si può capire, poiché non lo si può spiegare a parole; d'altra parte se lo si prova diventa difficile farne a meno e accontentarsi d'altro.

Pur essendoci dei caratteri comuni, la maggior parte delle reazioni o delle pulsioni amorose sono soggettive e variano da individuo a individuo; tuttavia ci sarebbero, secondo la maggior parte degli psicologi e degli scienziati tre fasi principali nell'amore fra esseri umani: infatuazione o (Innamoramento), attrazione e attaccamento, composte da vari elementi e stadi.

Generalmente, l'amore comincia nella fase dell'"infatuazione", forte nella passione ma debole negli altri elementi. Il primo sprone di questa fase sarebbe l'istinto sessuale. L'aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne. In questa fase l’amore è puramente materiale.

Con il passare del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione fisica può diminuire d'importanza, mantenendo però quell'equilibrio alla base della relazione. In questa fase, detta "attrazione", si giudica il partner al di là di come appare, si valutano diversi fattori come la sua cultura, i suoi valori. In questa fase, quindi, si apprezza il/la compagno/a nella sua pura interiorità.

Nella fase dell'"attaccamento", la persona si concentra sul singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Ormai si apprezza il/la compagno/a in sé e per sé, in modo pieno e totale, forti delle due fasi precedenti ma ora consapevoli di tutto il proprio percorso interiore. Ora non si amano più caratteristiche determinate, siano esse materiali o spirituali, ma l’uomo/la donna in quanto tali.

L'amore e la paura di perdere la persona o la cosa amata, accompagnano spesso un sentimento di protezione e/o gelosia verso l'oggetto di tale sentimento. In taluni casi l'amore assume aspetti patologici, quando è la causa che impedisce la conduzione di una vita normale o l'elemento scatenante di un attaccamento morboso.

VERO AMORE
Nel linguaggio comune, l'espressione VERO AMORE si riferisce all'amore incondizionato, assoluto, disinteressato, tradizionalmente immaginato come l'unico nella vita di una persona, destinato ad essere eterno o comunque a superare per intensità e durata tutti gli altri.

L'espressione può essere adottata per distinguere l'amore profondo da altri sentimenti amorosi, quali innamoramento, infatuazione, attrazione sessuale. L'opinione corrente immagina il vero amore come irresistibile e disinteressato, tale da spingere l'amante fino a sacrificare sé stesso (la propria felicità, i propri averi, la propria salute, la propria vita e via dicendo) per l'amato. Nella cultura occidentale, il concetto più direttamente correlato al vero amore è quello di matrimonio, soprattutto inteso come legame eterno.

ANIMA GEMELLA
L'anima gemella è una leggenda simultaneamente legata a quella del destino. Entrambe infatti, si basano sulla concezione che la vita sia già predestinata. La credenza dell'esistenza dell'anima gemella, in particolare, insegna come esista un'unica persona con la quale si è destinati a stare. Da qui, il legame con il destino.

Nella mitologia greca, si racconta delle Parche, tre donne che avevano il compito di tessere le vite delle persone.
Una famosa metafora dell'anima gemella è quella che la paragona a due perfette metà di mela che si congiungono "l'altra metà della mela".

DESTINO
Con destino o fato ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali che di singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo.

PASSIONE
Passione deriva dal termine latino patior, che significa soffrire, provare o patire. In altre parole, si tratta di un insieme di condizioni caratteristiche di un atteggiamento passivo dell'individuo, per opposizione agli stati di si è attivamente la causa. Tale senso del termine è rimasto ed un nuovo significato ne è derivato: la parola passione è adoperata difatti, oggigiorno anche per riferisi ad un'emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, come nell'espressione "avere una passione per qualche cosa". La passione amorosa è il paradosso che vede la ragione scontrarsi con il desiderio dell'altro. Il bisogno della presenza è così forte da trasformarsi in assenza, questo proprio perché la sensazione che soggiace al sentimento passionale è il pensare di non conoscere mai abbastanza l'oggetto dei propri desideri. L'oggetto/soggetto passione è indecifrabile e mai conoscibile fino in fondo. Se si tratta di una persona spesso si pensa: " i suoi occhi mi dicono tutto ma non arrivo mai alla soluzione", "lo sento". Un enigma, un mistero che mai finirà. La passione è una "stregoneria" da cui non si può fuggire. La passione è qualcosa che si subisce ma per quanto razionalizzata è impossibile sfuggirvi. Il classico finale è la morte per delitto passionale, come ultimo ricongiungimento di due soggetti che mai fino in fondo hanno potuto fondersi, se non attraverso la dolce morte.
LA PASSIONE È AMORE.

venerdì 5 settembre 2008

LEZIONE N.7 CHE COS'E' L'AMICIZIA

« Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità »
(Madre Teresa di Calcutta)

Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
(R.W.Emerson)

Con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso, ma anche tra esseri umani ed esseri appartenenti al mondo degli animali. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte.

In genere, si distinguono diversi gradi di amicizia, dall'amicizia causale legata a una simpatia che emerge fortuitamente in una certa circostanza magari in modo temporaneo, all'amicizia cosiddetta intima, ovvero associata a un rapporto continuativo nel tempo fra persone che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia.
L'amicizia è stata considerata in ogni epoca una delle esperienze umane fondamentali, ed è stata santificata da tutte le religioni.

L'AMICIZIA NELLO SVILUPPO DELL'INDIVIDUO
Nel divenire dello sviluppo dell'emotività individuale, le amicizie vengono dopo il rapporto con i genitori e prima dei legami di coppia che si stabiliscono alla soglia della maturità. Nel periodo che intercorre fra la fine dell'infanzia e l'inizio dell'età adulta, gli amici sono spesso la componente più importante della vita emotiva dell'adolescente, e spesso raggiungono un livello di intensità mai più eguagliato in seguito. Queste amicizie si stabiliscono il più delle volte, ma non necessariamente, con individui dello stesso sesso ed età.
Le prime forme d'amicizia si possono avere anche nei primi anni di vita quando i bambini condividono gli stessi giochi e le stesse esperienze ludiche e di crescita, ma le amicizie che sono destinate a durare più a lungo e a rimanere impresse nella memoria di ogni bambino, sono quelle che nascono tra i banchi di scuola.

Non c’è nient’altro da dire se non che, sotto questo punto di vista, mi ritengo una delle ragazze più fortunate del mondo!!!





giovedì 4 settembre 2008

LEZIONE N.6 CHE COSA SONO LA FORZA D'ANIMO, L'ORGOGLIO, L'AUTOSTIMA E LA DIGNITA'

FORZA D’ANIMO
Oggi la si chiama “resilienza”, una volta la si chiamava “forza d’animo”, Platone la nominava “tymoidès” ed indicava la sua sede nel cuore.

È quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un’altra ci si sente a casa.

La forza d'animo (o resilienza) è una risorsa di importanza vitale. Consente di superare le delusioni, le sconfitte, lo stress, i lutti, i dolori e di continuare, fortificati, il cammino dell'esistenza.
La vita riserva a tutti momenti difficili, passaggi impervi e propri traumi, la cui gravità varia anche in funzione della nostra capacità di reagire. Ma è una dote naturale o può essere appresa?

Se infatti è vero che la naturale tendenza ad affrontare e superare gli ostacoli è inscritta nel codice genetico di ciascuno di noi e dipende almeno in parte dal temperamento, è certo che un ambiente affettivo solido e ospitale, nella prima infanzia, ci offre quella serenità in cui possono fiorire l'autostima, la fiducia, la curiosità, la fantasia, la disponibilità a imparare dagli errori, la voglia di guardare avanti. Tutte risorse che, una volta interiorizzate, ci permetteranno di adattarci con più flessibilità alle circostanze via via diverse cui andremo incontro. D'altra parte, nulla è perduto o acquistato per sempre e ciascuno di noi, a prescindere dal passato, può imparare a rafforzare le proprie difese, ad affrontare le strategie di comportamento, a vivere i momenti di crisi come occasioni di cambiamento e di maturazione. La forza d'animo è una qualità fondamentale e complessa, in cui giocano in delicato equilibrio molti fattori. Conoscerli è il primo passo per poi saperli attivare nella maniera più sana e più efficace quando sarà necessario.

La forza d’animo, ci fa sentire a casa, presso di noi. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli “altrove” della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perche’ altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no.

Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e cosi’ l’animo si indebolisce, si ripiega su se stesso nell’inutile fatica di compiacere gli altri.
Alla fine l’anima si ammala, perche’ la malattia, lo sappiamo tutti, e’ una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita.

BISOGNA ESSERE SE STESSI, ASSOLUTAMENTE SE STESSI. QUESTA E’ LA FORZA D’ANIMO.
Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra. Che e’ poi, cio’ che di noi stessi rifiutiamo. Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo “punti nel vivo” . Perche’ l’ombra è viva e vuole essere accolta. Accolta, l’ombra cede la sua forza. Cessa la guerra tra noi e noi stessi Ed è la pace cosi’ raggiunta a darci la forza d’animo e la capacita’ di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga. “Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte”, scrive Nietzsche.
Ma allora bisogna attraversare le terre seminate di dolore. Quello proprio, quello altrui. Perche’ il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicita’. Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurita’ dello sguardo che non vede vie d’uscita.


RESILIENZA
In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.


ORGOGLIO
Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito all'incapacità di ricevere umiliazioni e alla gratificazione conseguente all'affermazione di sé, o di una persona, un evento, un oggetto o un gruppo con cui ci si identifica.
Un'espressione comune, sinonimo di orgoglio, è "avere un'alta opinione di sé".


AUTOSTIMA
L'autostima è l'azione di valutare sé stessi come insieme di determinate caratteristiche, nonché il giudizio risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle di altri soggetti. L'autostima è il rapporto tra come siamo e come invece vorremmo essere.


DIGNITA’
Con il termine dignità, si usa riferirsi al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione.

Per i modi della sua formazione e le sue caratteristiche intrinseche, questo sentimento si avvicina a quello di autostima, ovvero di considerazione di sé, delle proprie capacità e della propria identità. Pertanto il concetto di dignità dipende anche dal percorso che ciascuno sceglie di compiere, sviluppando il proprio "io".

Con il termine dignità umana si usa riferirsi al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo (com’è, per esempio, un prezzo), ma intrinseco.

martedì 2 settembre 2008

LEZIONE N. 5 - CHE COSA SONO LA PAZIENZA E LA CONSAPEVOLEZZA?

Nel Vangelo di Luca si legge: “NELLA PAZIENZA, POSSIEDERAI IL TUO CUORE". La parola greca per pazienza ha anche il significato di costanza, perseveranza. È una parola forte.

La pazienza è la capacità di vedere, sentire, toccare, assaporare e odorare il più pienamente possibile gli eventi interiori ed esteriori della nostra vita. È entrare nella nostra vita con occhi, orecchie e mani aperte in modo da conoscere veramente quello che accade. La pazienza è una disciplina assai difficile proprio perché è un movimento opposto al nostro impulso irriflessivo a fuggire o a combattere. La pazienza ci chiede di andare al di là della scelta tra fuggire e lottare. È la terza via ed è la più difficile. Richiede disciplina perché va contro la tendenza dei nostri impulsi.

La pazienza comporta lo stare con, il vivere interamente, l’ascoltare attentamente ciò che si presenta qui e ora. L’affinità tra la descrizione di cos’è la vera pazienza e la definizione di presenza mentale, o sati, nel Dharma, è molto forte, tanto che potremmo unire i linguaggi e parlare di consapevolezza paziente, così come si parla di consapevolezza non giudicante, di consapevolezza equanime, di consapevolezza affettuosa.
La pazienza, l’equanimità, la sollecitudine, l’attitudine non giudicante sono intrinseche alla consapevolezza.

LA CONSAPEVOLEZZA è la capacità di entrare in intimità con le cose, ma secondo un atteggiamento di non attaccamento e di non identificazione. Quindi con sollecitudine ed equanimità. Dal punto di vista dell’io è una contraddizione, è assolutamente incomprensibile, ma questa è per definizione la struttura stessa della consapevolezza.

In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.

Il concetto di consapevolezza è relativo. Un animale può essere parzialmente consapevole, oppure può essere consapevole a livello subconscio o anche profondamente consapevole di qualcosa. La consapevolezza può essere individuata in uno stato interno, quale ad esempio una sensazione viscerale o la percezione sensoriale di eventi esterni.
La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).
La consapevolezza non è qualcosa che ci si sforza di raggiungere. E’ un processo che si deve vivere, un processo evolutivo in costante cambiamento, che fluttua istante per istante.

Va da sé che sviluppare vera consapevolezza richiede un addestramento di immensa pazienza e un graduale affinamento della capacità di comprendere, di vedere in profondità.
Facciamo un esempio. Supponiamo di essere tristi, che la tristezza sia il nostro stato emotivo predominante. Cosa facciamo di solito? Spesso, anche se non necessariamente, ci perdiamo nella tristezza e ci identifichiamo con essa. Finiamo così per accrescere la forza e il potere della tristezza. Ed è la nostra reazione abituale. L’abitudine a reagire in un certo modo crea profondi solchi dai quali diventa poi difficile uscire. In aggiunta all’abitudine, si ha la tendenza a investire un’enorme quantità di energia nel desiderio di liberarsi dello stato mentale spiacevole, per esempio la tristezza. Certe volte ne siamo liberi, ma la nostra tendenza è allora di indulgere nella tristezza, non solo NON ce ne vogliamo liberare, ma ne vogliamo addirittura di più: pensare, giudicare, reagire per trovare come liberarsi di questa emozione spiacevole.
Il problema non è la tristezza, ma il desiderio di liberarcene, perché questo desiderio è un’energia che ci separa dallo sperimentare in modo diretto la verità della tristezza. Essendo tormentati dal desiderio di liberarci da ciò che è spiacevole, anziché aprirci alla tristezza ci chiudiamo. Restiamo così intrappolati nel nostro concetto di tristezza e nella nostra reazione a questo concetto, ma non facciamo un’esperienza viva della tristezza. Solo se decidiamo di fare questa esperienza reale il nostro rapporto con la tristezza cambierà, come cambierà la qualità stessa della tristezza.
Come sarebbe una risposta sveglia, consapevole e paziente alla tristezza o ad altri stati mentali? Prima di tutto si tratta di investire moltissima energia nella consapevolezza stessa, una consapevolezza immediata di cosa sta accadendo. Se lo facciamo, cominciamo a risvegliarci, iniziamo ad avere una percezione diretta, che è cosa ovviamente molto diversa dalla reattività o dalla rimozione. È un punto di svolta e la chiave è un interesse sempre più forte a rivolgersi alla consapevolezza, un interesse diventato quasi un istinto a scegliere la consapevolezza.

In conclusione, abbiamo detto che il desiderio di disfarsi di uno stato negativo è problematico perché è un’energia che distoglie dallo sperimentare in modo diretto ciò che è presente, ma abbiamo anche aggiunto che è un impulso comprensibile. Perché? Perché volersi liberare di uno stato mentale negativo è anche un’espressione dell’UNIVERSALE ASPIRAZIONE ALLA FELICITA'. Ma tale espressione è distorta e, come possiamo verificare continuamente, non porta alla felicità.
È importante non essere giudicanti nei confronti dei nostri attaccamenti, delle nostre avversioni dolorose e di quelle degli altri, perché sotto questi attaccamenti e avversioni c’è il nostro legittimo desiderio di felicità.

Preso da: LA CONSAPEVOLEZZA PAZIENTE di Corrado Pensa

giovedì 28 agosto 2008

LEZIONE N.4 - CHE COSA SONO LA FEDE E L'AUTOSTIMA

LA FEDE
« Tutto ciò che ho veduto mi induce a confidare nel Creatore per tutto ciò che non ho veduto. »
(Ralph Waldo Emerson)

L’estensore della Lettera agli ebrei ha scritto che
« La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. »

LA FEDE E'
  • ll credere fermamente in qualcosa o qualcuno.
  • L'insieme delle cose in cui si crede.
  • La parola fede è propriamente intesa come il credere in concetti, dogmi o assunti in base alla sola convinzione personale o alla sola autorità di chi ha enunciato tali concetti o assunti, al di là dell'esistenza o meno di prove pro o contro tali idee e affermazioni.

LA FEDE RELIGIOSA
Anche soltanto in ambito religioso la parola "fede" ha molti significati. A volte sta ad indicare la lealtà nei confronti della propria religione (è in questi termini che si parla, ad esempio, di "fede cattolica"). In alcune religioni, la fede è costituita dal fatto che certe asserzioni vengono ritenute vere; in altre religioni, che non sono basate su un certo “credo” codificato, la fede consiste nella lealtà nei confronti della propria comunità religiosa.

Altre volte si intende per fede un certo modo di relazionarsi a Dio (e di assumere reciprocamente degli impegni, come nel caso dell’ebraismo). In questo caso, "fede" diventa sinonimo di "fedeltà".

Raimon Panikkar per “fede” intende la capacità di aprirsi all’ulteriorità, a qualcosa di più, di oltre; si tratta di una capacità che non ci viene data né dai sensi né dall’intelletto


SECONDO IL NUOVO TESTAMENTO
Il significato principale della parola "fede" (traduzione dal greco πιστις, pi´stis), si riferisce a colui che ha fiducia, che confida, che si affida, la cui persuasione è salda. La parola greca può anche essere intesa nel senso di “fedeltà”.


FEDE COME DIVINITA’
Fede (latino: Fides) è la personificazione romana della lealtà.

Il concetto di fides (come fedeltà, lealtà), e quindi la sua personificazione divina, voleva consacrare anche con un atto religioso la fedeltà del cittadino all'ordinamento dello Stato Romano.



AUTOSTIMA
L'autostima è l'azione di valutare sé stessi come insieme di determinate caratteristiche, nonché il giudizio risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle di altri soggetti.
L'autostima è il rapporto tra come siamo e invece come vorremmo essere.

mercoledì 27 agosto 2008

LEZIONE N.3 - CHE COS'E' LA PAURA

« Non ha imparato la lezione della vita chi non vince una paura ogni giorno. »
(Ralph Waldo Emerson)

«L’emozione umana più vecchia e più forte è la PAURA, e la paura più forte ed antica è la paura di ciò che non si conosce “The Unknow”»
(Howard Phillips Lovecraft)

«John Locke parla di paura:"uneasiness", come disagio, che per Locke è uneasiness of the mind

PAURA: DEFINIZIONE INGLESE E ITALIANA
La sequenza proposta dalla definizione di paura del dizionario inglese è apprehension, fear, dread, fright, terror, ovvero: apprensione/inquietudine/ trepidazione, paura, sgomento, spavento, terrore.
All'area semantica di paura appartengono anche i termini timore, trepidazione, ansia, allarme, panico, orrore, fobia, ribrezzo.
Sinonimi di pauroso (che suscita paura) sono: terribile, orribile, spaventoso, terrificante.

Definizione di Paura di due diversi dizionari:
PAURA , s.f. Stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.(Devoto-Oli)
PAURA , s.f. Intenso turbamento misto a preoccupazione ed inquietudine per qualcosa di reale o di immaginario che è o sembra atto a produrre gravi danni, o a costituire un pericolo attuale o futuro. (Zingarelli)

La paura è una intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana, sia a molte specie animali.
La paura è un'emozione governata prevalentemente dall'istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza dell'individuo ad una presunta situazione di pericolo; si scatena ogniqualvolta si presenti un possibile rischio per la propria incolumità.
La paura è un'emozione che coinvolge l'organismo nella sua globalità e viene attivata da una particolare situazione stimolo circoscritta.
Questa situazione di paura porta, da un lato a stati di tensione somatica ed agitazione (aumento del ritmo cardiaco, sudorazione, piloerezione etc.), dall'altro a difficoltà propriamente psicologiche quali una disorganizzazione cognitiva emotiva, come ad esempio il ricordare eventi del passato, o difficoltà a collegare pensieri ed idee.
Riguarda anche comportamenti motori in quanto la prima reazione è quella della fuga.


Principali reazioni istintive alla paura possono essere:
* intensificazione delle funzioni fisico/cognitive e innalzamento del livello di attenzione
* difficoltà di concentrazione
* fuga
* protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali)
* ricerca di aiuto (sia articolato nel gridare la parola "aiuto", sia racchiuso in una semplice vocale gridata)

La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale.
E' utile una distinzione tra paura ed ansia che vengono generalmente distinte in base al tipo di stimoli che sono in grado di provocare.
Mentre la paura viene provocata da una situazione ben definita, esempio "un cane ringhioso che insegue una persona", l'ansia è una sensazione sgradevole crescente senza un'apparente e definita situazione stimolo (ci si può trovare in una situazione in cui particolari cose, oggetti, odori, frasi, suoni ecc., che colpiscono sotto il livello cosciente delle percezioni, provocano uno stato di tensione).

martedì 26 agosto 2008

LEZIONE N.2 - CHE COS'E' LA SOLITUDINE?

Definizione di solitudine
Etimologicamente il termine solitudine rimanda alla parola “separare” composta da “se” e “parare”. La prima indica “divisone”, la seconda “parto”. Il termine solitudine rimanda alla separazione del nascituro dalla madre con la conseguente perdita di uno stato particolare. La stessa parola solitudine rammenta all’uomo la perdita che ha vissuto, in quanto ne rappresenta l’evento avvenuto. Nessuno può negare che sia un’autentica esperienza di vita vissuta.
L’uomo, oggi come ieri, è solo, con gli anni ha imparato a convivere con la solitudine, ma a quale sacrificio?
La solitudine, nonostante offra all’uomo innumerevoli opportunità per maturare e divenire un soggetto autonomo, è spesso ricettacolo di valenze negative. È una condizione spiacevole, a volte spaventevole, che spesso diventa un nemico da fuggire a qualsiasi costo.
Tutto ciò visto come il risultato di un vivere caotico aggravato anche dall’eredità biblica, conseguenza delle azioni peccaminose compiute dall’individuo: perfino Adamo ed Eva perdono il paradiso celeste e sono condannati ad una vita di sofferenze e di dolore. Il dolore della perdita, della separazione.


Alcuni aspetti della solitudine
La solitudine presenta moltissime sfaccettature: ve ne sono di forzate, in genere imposte dalle circostanze della vita, quali la prigionia, gli handicap e la malattia, l’isolamento percettivo o l’abbandono di una persona cara.
Vi sono poi solitudini volute e ricercate. Quelle del creativo, dell’asceta o di chi, nella quotidianità, sente il bisogno di ricercare un momento suo, per recuperare le energie disperse nel mondo, per ritrovare quella parte soffocata dall’affanno della vita, quando, invece, non è altro che una fuga dalle situazioni che non riesce a gestire.
Vi sono ancora solitudini imposte dalla società. I mezzi di comunicazione, i mass-media, gli slogan pubblicitari che invitano ad isolarsi, a distinguersi esprimendo modi di vita “unici” che accentuando l’individualismo.


Gestire la solitudine
Le reazioni sono le più disparate e a volte le più paradossali. L’uomo nel tentativo, perenne, di placare l’immagine della solitudine che si porta addosso come una seconda pelle, si procura le sofferenze e le gioie della vita. Sarà poi la sua natura profonda, o il terreno psicobiologico, a far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra.
La solitudine contiene sia la depressione sia la reazione, sia la fuga sia la ricerca e quando l’uomo riesce a contrapporre la disperazione della vita alla speranza le opere che realizza sono geniali.
La solitudine non essendo solo disperazione è speranza e forza, conquistata nel riconoscimento di una propria individualità. Esiste dunque una felicità nella solitudine.


La solitudine voluta
Si parla molto del desiderio e della paura della solitudine, poco della capacità d’essere soli. Durante il nostro sviluppo psicofisico, se non abbiamo subito dei traumi gravi, dall’infanzia ad oggi, abbiamo sperimentato, magari gradualmente, un essere soli anche in presenza dell’altro. La fiducia, costruita dentro di noi negli anni della crescita, ci ha permesso di controllare la solitudine di riconoscere i sentimenti che animano la parte profonda della nostra mente e di esprimerli.
La solitudine diviene, così, condizione privilegiata e da ricercarsi per aiutare l’individuo ad integrare i pensieri interni con i sentimenti. La meditazione, la preghiera e, a livello inconscio, il sonno operano questa trasformazione. Costruire un momento di solitudine e di silenzio aiuta la persona a ritrovare se stesso nell’oceano della vita. L’anelito di questo momento permette l’abbandono a qualcosa o qualcuno sopra di lui, in grado di dare significato alla vita, alle emozioni quotidiane ed al silenzio ricercato.

lunedì 25 agosto 2008

LEZIONE N.1 - CHE COS'E' IL DOLORE?

Definizione e terminologia
Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain - 1986) e secondo l' associazione dell'O.M.S. Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno.
Esso non può essere descritto meramente come un fenomeno sensoriale, bensì deve essere visto come la composizione:

* di una parte percettiva
* di una parte esperienziale (quindi del tutto privata, la vera e propria esperienza del dolore) che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.

L'esperienza del dolore è quindi determinata dalla dimensione affettiva e cognitiva, dalle esperienze passate, dalla struttura psichica e da fattori socio-culturali.

* Il dolore è fisiologico, un sintomo vitale/esistenziale, un sistema di difesa, quando rappresenta un segnale d’allarme per una lesione tissutale, essenziale per evitare un danno.
* Diventa patologico quando si automantiene, perdendo il significato iniziale e diventando a sua volta una malattia (sindrome dolorosa)


Il dolore può risultare pungente, tirante, bruciante, pruriginoso, a sbarra, compressivo ... Il fatto che sia una esperienza personale implica un valore soggettivo che non è facilmente quantificabile, In altre parole è assai difficile misurare e valutare un dolore nella sua completezza.

Solitamente crea disagio fisico e psichico e compassione (o gioia maligna) sociale.
Dal punto di vista della durata temporale, il dolore è classificabile come:

1. Transitorio
2. Acuto
3. Recidivo
4. Persistente
5. È "cronico" il dolore associato a profonde modificazioni della personalità e dello stile di vita del paziente che costituiscono fattori di mantenimento indipendenti dall'azione dei nocicettori.

Il dolore inoltre può avere due accezioni: utile e non utile; diventa utile quando esso rappresenta un campanello d'allarme e ci fa capire che siamo di fronte a un potenziale problema più o meno grave. Tutti i dolori che non fanno le veci di un campanello d'allarme sono inutili e devono essere soppressi; tali dolori sono rappresentati da tutti i tipi di dolore cronici, d qualunque natura essi siano, sia benigni che maligni.


Il dolore come riflessione della condizione umana
Il dolore può essere visto come riflessione della condizione umana, vista nel continuo oscillare tra dolore e noia, angoscia e disperazione, e l'analisi delle possibili vie di liberazione da tale situazione di sofferenza.


Dolore
Legge di riscatto per l'uomo derivante dalla coscienza dell'errore compiuto. Dal dolore fisico a quello animico e successivamente da quello alla ricerca del dolore altrui per farlo proprio. Manifestazione nel tempo della Legge di Amore.

domenica 24 agosto 2008

QUEL POSTO CHE NON C'E'

Occhi dentro occhi e prova a dirmi se
un po' mi riconosci o in fondo un'altra c'è sulla faccia mia
che non pensi possa assomigliarmi un po'

mani dentro mani e prova a stringere
tutto quello che non trovi
negli altri ma in me
quasi per magia
sembra riaffiorare tra le dita mie

potessi trattenere il fiato prima di parlare
avessi le parole quelle giuste per poterti raccontare
qualcosa che di me poi non somigli a te

potessi trattenere il fiato prima di pensare
avessi le paorle quelle grandi
per poterti circondare
e quello che di me
bellezza in fondo poi non è

bocca dentro bocca e non chiederti perchè
tutto poi ritorna
in quel posto che non c'è dove per magia
tu respiri dalla stessa pancia mia...

domenica 3 agosto 2008

LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO

COME SI FA, COME SI FA??? IO NON LO SO PIU', VERAMENTE!
GETTO LA SPUGNA CAZZO!!! SONO STANCA, CIAO RAGAZZI.

mercoledì 30 luglio 2008

IL GIORNO DI DOLORE CHE UNO HA

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.

Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu...

Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te
quando farsi una ragione vorrà dire vivere
te l'han detto tutti quanti che per loro è facile
quando batte un pò di sole dove ci contavi un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "ancora no"
quando la ferita brucia la tua pelle si farà.

Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...

Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà
quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà
quando questa merda intorno sempre merda resterà
riconoscerai l'odore perché questa è la realtà
quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai che or'è
che la vita è sempre forte molto più che facile
quando sposti appena il piede lì il tuo tempo crescerà

Sopra il giorno di dolore che uno ha
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...

martedì 29 luglio 2008

TROPPA FEDELTA'

Guarda la sorpresa vita
Guarda cosa fa
Guarda te, tutta fiorita corpo e anima
Troppa fedelta’ mi uccide
Tutta questa santita’ sorride
Luna piuma di citta’
Tu mi turbi il cuore
Tu dolcezza sei cosi’
Sei cosi’ crudele
Troppa gelosia m’affoga
Troppo sole alla mia eta’ mi asciuga
E come stai E come sto
Ringrazio il cielo non lo so
Provo sai a vivere col sole in faccia
Con o senza te, te…….te…
E vado su E vado su
E cado……
E come stai E come sto
Io bene e male
Non lo so
Provo sai a ridere
Col vento in faccia
Con o senza te
Eppure e’ estate ormai
E vorrei volar come volan le rondini!!!
Fly, cantami dai del mio destino
Fly, tramonto al litio ridammi gli occhi
Fly, e’ estate e torna il sereno
Fly, portami via dai suoi occhi
Fly, che siamo uno se siamo insieme
Fly, e’ andando via che si rimane
Baby troppa fedelta’
Non ho piu’ l’eta’

giovedì 24 luglio 2008

TANTI AUGURI A ME

Oggi 24 Luglio 2008 la piccola ma ormai grande Nenni compie 24 anni! Godiamoci questi anni di giovinezza e freschezza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 23 luglio 2008

WEEKEND SAN PIERANO

Ecco finalmente le mitiche foto del mio
Weekend San Pierano! W la Fausta!!!




martedì 15 luglio 2008

L'E' DURA RAGAZZI!

L'è dura, l'è dura, l'è dura, l'è dura!!!!!
Basta, mi armo e parto, vi saluto, ciao.

lunedì 14 luglio 2008

UN CUORE IN INVERNO

Un cuore freddo, un cuore in inverno,
anche quando fuori è ormai estate.
Ma com’è difficile trovare qualcuno che lo scaldi,
questo cuore raggelato e solitario...

mercoledì 9 luglio 2008

NON TI SCORDAR MAI DI ME

Se fossi qui con me questa sera
Sarei felice e tu lo sai.
Starebbe meglio anche la luna,
ora piu’ piccola che mai.
Farei anche a meno della nostalgia
Che da lontano
Torna per portarti via
Del nostro amore solo una scia
Che il tempo poi cancellera’
E nulla sopravvivera’.

Non ti scordar mai di me,
di ogni mia abitudine,
in fondo siamo stati insieme
e non e’ un piccolo particolare.
Non ti scordar mai di me,
della piu’ incantevole fiaba
che abbia mai scritto,
un lieto fine era previsto e assai gradito.

Forse e’ anche stata un po’ colpa mia
Credere fosse per l’eternita’.
A volte tutto un po’ si consuma,
senza preavviso se ne va.

lunedì 7 luglio 2008

IL CLUB DELL'AMEN, ANZI...A-MEN



Sabato 5 luglio 2008, in un barettino Urbinate qualunque, è stato fondato da tre fantastiche beduine il Club dell’AMEN o A-MEN. Cavolo non ci avevo pensato, ma adesso vedendolo scritto, mi accorgo che può avere un duplice significato jusooooooo! Non ci posso credere, siamo dei geni.

Comunque detto questo, nell’attesa di immergerci tra la folla esilarante della notte rosa in quel di Rimini e dopo un aperitivo all’insegna di profonde riflessioni sulla vita, sulle relazioni amorose e soprattutto su come gestirle, siamo giunte ad una conclusione, ovvero come dice il nostro povero Zucchero: AMEN, PASSERÀ E SE NON PASSA PASSA DI QUÀ!!!

La cosa triste è che dopo solo 2 OREEE…2 e non di più, tra una festa in spiaggia, i fuochi d’artificio e un paio di birre, una beduina ha abbandonato miseramente il Club per ritornare sui suoi passi. Donna di polso la nostra cara Michi, un gran pezzo di donna…ma in fin dei conti fa bene, anzi benessum come dicono qui a Bologna. L’importante è che non segua l’esempio la Juso, perché proprio non ne vale la pena per lei…giusto amore?? Masochisti sì e io ne sono la prova vivente, ma così sarebbe veramente troppo!!!

Non ci resta che cantare…Se prima eravamo in tre, adesso siamo in due…

mercoledì 2 luglio 2008

GIA' UN ANNO DA QUEL FATIDICO 2 LUGLIO 2007


2 Luglio 2008. Eccomi qua, è passato un anno da quando mi sono laureta, eppure mi sembra una vita. Tante cose sono cambiate d’allora. Ho stravolto la mia vita drasticamente da un giorno all’altro, anche se spero di non averla danneggiata irrimediabilmente.

Alle volte mi viene da dire…”era meglio quando si stava peggio”, ma quella che pensa questo non è la vera Nenni, quell’eterna ragazza straottimista ed entusiasta della vita, quella che pensa in rosa, anzi in rosso, arancione, giallo, fucsia, azzurro…insomma a colori.

No, decisamente non è quella parte bellissima di me che pensa questo, ma è quella parte pessimista, ansiosa, stupida, sconsolata, sconfitta, delusa, stanca, esausta, troppo razionale e sopraffatta da emozioni negative che sembra non volersene andare dal mio corpo!

Alle volte provo a scrollarmela di dosso con auto percosse, buoni propositi e quel pizzico di autoironia che poco possiedo, ma in questo momento della mia vita è troppo pesante e occupa una parte troppo grande per andarsene. Sembra si sia insidiata dentro la mia anima, nella parte più intima e più nascosta del mio essere. Non mi rimane che pazientare e quando sarà il momento…darle un bel calcio nel culoooooo!!!

Oggi navigando in Internet mi è capitato di leggere un articolo dal titolo: 2008, quali sono le tue priorità?

Negli ultimi tempi ho trascurato un pò troppo la mia voce interiore. Forse mi sono lasciata assorbire più del dovuto dagli eventi o forse ho avuto la tendenza a preoccuparmi più degli altri che di me stessa. Sta di fatto che adesso sento di non poter più rimandare l'incontro con il mio io più profondo e prendere atto dei cambiamenti (probabilmente ancora inconsapevoli), che nel frattempo ha subito.

La mia priorità del 2008 sarà pertanto, il confronto con me stessa, con la vita come la sto vivendo oggi, con le mie vecchie aspettative e i miei nuovi valori. È giunto il momento di fare il punto della situazione, una presa di coscienza che è preludio di un profondo e salutare (si spera) rinnovamento.

Farò bene a liberarmi, uno alla volta, dei rami secchi, ovvero di idee, situazioni, scelte che hanno fatto il loro tempo e che non mi appartengono più. L'importante sarà riflettere anche sulle sconfitte che sento di aver subito, per capirle e soprattutto accettarle. Perché come scrive il giornalista nell'articolo: è proprio dalla comprensione e dall'accettazione del dolore che deriva la forza di rinnovarsi e dare il via a una nuova vita.

Spero tanto di riuscirci.

martedì 1 luglio 2008

SALUTANDOTI AFFOGO

Contemplare un addio
Non basterà
Il bisogno di un viaggio
è paura e coraggio
E sto qui
Ancora io ci penso a te … sì!
Non dimenticherò
da ora in poi
i paesaggi del mondo
e le fotografie insieme a te
ma ora salutandoti …affogo….

Guarda da lontano quelle luci un' altra volta e dopo
Stringimi e poi stringimi e non sarà mai più
E domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…

Perdo il tuo sguardo
Cerco il ricordo
Lo fermo, mi sveglio
Ti guardo e sto meglio
E sei qui!
Ma ora salutandoti …affogo…

Guarda da lontano quelle luci un' altra volta e dopo
Stringimi e poi stringimi e non sarà mai più
E domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…

E quando non verrà mattina
resterò accanto a te
E quando il buio si avvicina
Se succede pensa a me
E mi ritrovo a non capire
Mentre il giorno muore
Ed ogni notte era amore
Ed ogni giorno era un errore … un errore … ohohoho no
Salutandoti …affogo…

Stringi le mie mani come per l'ultima volta
E dopo guardami negli occhi come fosse un anno fa
Ma domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…

martedì 24 giugno 2008

SEMPLICEMENTE ALANIS



Bè che dire…
Una giornata intensissima in compagnia della mia cuginetta. E’ successo di tutto:
mi sono spaccata un piede prima ancora di partire, abbiamo perso 2 treni, uno all’andata e uno al ritorno tanto per par condicio, abbiamo fatto chilometri a piedi sotto il sole cocente e umido di Mestre, abbiamo dormito in stazione come 2 straccione, siamo tornate alle 8:30 di mattina quando il ritorno era previsto per le 2 di notte, ma non è finita qui perché al ritorno mi sono trovata la specchiera del bagno a pezzi, non so come sia successo ma si è magicamente staccata dalla parete e si è andata a conficcare tra il lavandino e la lavatrice!!!

Ma dopo tutto ne è valsa assolutamente la pena.

Non ci sono aggettivi per descrivere le sensazioni che mi da questa DONNA ogni volta che la vedo. Spettacolo breve, giusto un’oretta, ma sono strafelice di averla rivista così carica e in forma. Brava Alanis! Su Hand In My Pocket le è caduta pure l’armonica, ma con la velocità di un tigro l’ha raccolta e se l’è pure rimessa in bocca, mamma mia, in realtà non le è caduta... a forza di volteggiare attorno alla chitarra il cavo si è tirato troppo e il jack si è staccato! Ha riso per un pò e che sorriso, potete immaginarvi no?

Ho pure ripreso il concerto con la telecamera, con alcune (pochissime) interruzioni però…Quelli dello Staff non volevano che si riprendesse. DUE MARONI! A breve posterò anche il video, adesso non posso perché ho lasciato il cavo per la trasmissione a casa. Peccato!!!

W ALANIS!!!!!!!!!!!!!

venerdì 20 giugno 2008

LIMBO NO MORE

My house, my role
My friends, my man
My devotion to God
All amorphous, indefinit

Nothing's been clear
Nothing's been in
Nothing's felt true
And I've never had both feet in
Nothing's belonged
Nothing's been 'yes'
Nowhere's been home
And I'm ready to be limbo no more

My taste, my peers
My identity
My affiliation
All amorphous, indefinit

Nothing's been clear
Nothing's been in
Nothing's felt true
And I've never had both feet in
Nothing's belonged
Nothing's been 'yes'
Nowhere's been home
And I'm ready to be limbo no more

I sit with filled frames
And my books and my dogs at my feet
My friends by my side
My past in a heap
Thrown out most of my things
Only kept what I need to carve
Something consistent
And notably me

Tattoo on my skin
My teacher's in heart
My house is a home
Something at last I can feel a part of
A sense of myself
My purpose is clear
My roots in the ground
Something at last I can feel a part of

Something aligned
To finally commit
Somewhere I belong
'Cause I'm ready to be limbo no more
My wisdom applied
A firm foundation
A vow to myself
'Cause I'm ready to be limbo no more

giovedì 19 giugno 2008

PIENO DI PARMIGIANO ALLA LIFE, LONGARI&LOMAN



Trovata geniale quella della Life, Longari&Loman che, per entrare in gara per aggiudicarsi il cliente "Parmigiano Reggiano", ha ben deciso di scattare questa foto raffigurante tutti i suoi dipendenti alle prese con una bella forma di Parmigiano e di inviarla ai diretti interessati.
E poi dite che non siamo creativi!!!

mercoledì 18 giugno 2008

lunedì 16 giugno 2008

FACCIAMO PIU' SESSO!!!

Fate più sesso.
E' il consiglio di una nota rivista statunitense che ha pubblicato un divertente studio sul rapporto tra performance amatoria e perdita di calorie.

Se durante un amplesso normale e un po' banalotto (10 minuti nella posizione del missionario) si bruciano dalle 200 alle 300 calorie, la passione sfrenata e l'attenzione ad alcuni particolari possono aiutarvi a unire l'utile al dilettevole, trasformando i vostri incontri d'alcova in veri e propri allenamenti mangia-grassi! Vediamo in dettaglio alcune mosse e la loro efficacia dietetica.

  1. Slacciarle il reggiseno:12 kcal
  2. Slacciarlo con una mano sola: 47 kcal
  3. Spogliare completamente la partner passiva: 80 kcal
  4. Spogliare completamente il partner passivo: 95 kcal
  5. 20 minuti di preliminari (per lui) : 107 kcal
  6. 20 minuti di preliminari (per lei): 87 cal.
  7. 10 minuti di rapporto sessuale (missionaria): 250 kcal
  8. 10 minuti di rapporto sessuale (lei sopra): lei 300 kcal, lui 130 kcal
  9. 10 minuti di rapporto sessuale (da dietro): lei 200, lui 350 più benefici agli addominali
  10. 10 minuti di rapporto sessuale in piedi: 600 kcal e probabile colpo della s trega per lui
  11. Sigaretta sul letto dopo il rapporto: 12 kcal
  12. Rivestimento in fretta e furia e discesa dalla tromba delle scale per arrivo del legittimo/a consorte o dei genitori: 110 kcal
Bè che dire...mi viene da star male pensare a quante calorie rinuncio di bruciare ogni santissimo giornoooooo!!!